Una borgo, mille storie
Magliano di Tenna

Luoghi da non perdere

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Castello di Magliano di Tenna
Arroccato su una collina, il castello di Magliano di Tenna domina da secoli la valle del Tenna, tra i borghi di Montegiorgio e Rapagnano. Le sue origini si perdono nel tempo: fonti storiche ne attestano l’esistenza già nell’XI secolo e lo descrivono come un punto strategico conteso tra i vicini poteri locali. Oggi, varcando la Porta Bora, l’antico ingresso che conserva ancora le tracce del ponte levatoio, si entra in un borgo che custodisce intatta la sua atmosfera medievale: la cinta muraria e i torrioni, in parte ben conservati, racchiudono vicoli silenziosi e case disposte a doppia schiera, secondo l’andamento delle mura. All’interno si trova la chiesa di San Gregorio Magno, costruita nel XVIII secolo su un edificio farfense, che custodisce un affresco dell’Alemanno, pittore rinascimentale, mentre, scendendo verso il borgo sottostante, la chiesa della Madonna delle Grazie racconta un’altra pagina di devozione locale, con un’edicola quattrocentesca inglobata nell’edificio attuale.

Torre da Bora
Un tempo bastione difensivo a protezione del borgo, oggi il torrione si presenta come una raffinata residenza storica, capace di coniugare l’eredità medievale con l’accoglienza moderna. Costruita nel XIV secolo per vigilare e difendere il territorio di Magliano di Tenna, la torre ha saputo trasformarsi, attraverso un attento restauro, in una struttura ricettiva super esclusiva che conserva il fascino delle sue origini pur offrendo tutti i comfort contemporanei. Gli spazi interni, sapientemente recuperati, combinano il fascino medievale con comfort moderni, regalando un'esperienza di soggiorno esclusiva. La terrazza panoramica, perfetta per cene eleganti o momenti di relax, offre viste mozzafiato sulle dolci colline marchigiane, tra vigneti e borghi antichi. Per info e prenotazioni: 3288288618.

Chiesa rurale della Madonna delle Grazie
Completamente immersa nelle campagne che circondano il borgo, l’edificio sacro racchiude una storia di devozione popolare e un legame profondo con la natura: secondo la tradizione, infatti, un contadino del luogo, caduto rovinosamente da una grande quercia mentre raccoglieva ghiande, riuscì miracolosamente a salvarsi e, come per riconoscenza, fece costruire la chiesa proprio ai piedi dell’albero. La quercia secolare, ancora oggi visibile, è una delle più imponenti delle Marche: oltre 5 metri di circonferenza del tronco, 27 metri d’altezza e una chioma che sfiora i 29 metri di ampiezza. La chiesa, risalente al XVIII secolo, ingloba un'antica edicola votiva del XV secolo, originariamente dedicata alla Madonna, e al suo interno conserva pregevoli affreschi attribuiti a Pierpalma da Fermo, tra cui una delicata Madonna che adora il Bambino e una intensa Crocifissione.
